14 NOVEMBRE 2025 ore 21

Pubblicato da diego il

Cultura
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San Domenico al Corso via del Pontiere 30

BALARÚ

BALFOLK FRANCESE E ARIE PIEMONTESI

prenotazione obbligatoria

Balarù : in piemontese “chi ama danzare”

Francesco Cavallero: ghironda, voce Andrea Lopomo: bouozuki, banjo tenore, voce Ilario Olivetti: clarinetti, cornamuse, sax, cori Paolo Lombardo: organetto diatonico, cori

I Balarù propongono un repertorio che intreccia canti e musiche tradizionali piemontesi con le sonorità e le danze del balfolk europeo contemporaneo. Dal 2016 esplorando le radici della musica popolare, riarrangiando antiche melodie delle vallate occitane e francoprovenzali, del Roero, delle valli valdesi e ogni angolo sperduto del Piemonte, arricchendole con composizioni proprie, creando così un repertorio ampio e variegato, adatto ai balfolk di tutta Europa. Dopo un’intensa fase di ricerca, il gruppo ha dato vita al suo primo lavoro discografico “Gravure”, pubblicato nel 2018 da Felmay, una delle più importanti etichette di world music in Italia. Negli anni successivi la formazione è cambiata, hanno suonato in centinaia di concerti e festival, incorporato nuove influenze musicali e riscoperto antiche melodie. Parallelamente hanno continuato a comporre nuova musica originale, ampliando ulteriormente il loro repertorio. Questi nuovi brani sono confluiti nel secondo disco “Buria”, uscito nell’estate 2025 per Rox Records. Ancora una volta, l’album include arrangiamenti di brani strumentali e canzoni tradizionali piemontesi, adattati alle principali danze del balfolk europeo (circoli, chapelloise, scottish, mazurke, bourrée, valzer semplici e asimmetrici), oltre ad alcune danze piemontesi profondamente riarrangiate e diverse composizioni originali.

Il lavoro dei Balarú è frutto di ricerca sul campo, sbobinamento di vecchie registrazioni e soprattutto arrangiamento delle antiche melodie popolari, in modo da riproporre un repertorio tradizionale importante e spesso semi sconosciuto, presentato con arrangiamenti moderni ed alcune composizioni originali. Sono così confluiti nel progetto alcuni brani tratti da diverse aree del Piemonte (Val Chisone, Canavese, Val Varaita, Roero, Valli di Lanzo, ecc) ed alcune composizioni inedite (L’amore è.., Il Profeta, L’aiga verd, Crepuscolar) riarrangiate in modo da essere ballabili non solo come danze piemontesi, ma anche nell’ ambito del più vasto balfolk francese ed europeo. Dopo altri due anni di concerti e stage, è sorto il bisogno di lasciare traccia del percorso fatto, continuando sul solco (da cui il titolo del disco, Gravure, che in piemontese significa “incisione, intaglio”) del lavoro fatto dai tanti ricercatori che dagli anni ’60 ad oggi ci hanno restituito melodie e canzoni meravigliose, strappandole letteralmente all’oblio.


Direzione artistica